Inversione del Polo Magnetico Terrestre e tradizione cinese

Su Science Advances è apparsa una interessante ricerca circa un argomento di cui ben poco sappiamo: l’inversione del Polo Magnetico Terrestre, evento che accade nei tempi lunghi, ogni qualche centinaia di migliaia di anni, e che impiega qualche migliaio di anni per realizzarsi.

Va chiarito che gli effetti di queste inversioni magnetiche si manifestano soprattutto sulla superficie terrestre e nell’atmosfera, ma che esse si generano nelle profondità planetarie e che ad oggi è estremamente complesso anche solo fare ipotesi riguardo ai meccanismi e agli eventi profondi che le generano.
Il Campo Magnetico Terrestre deriva dal nucleo esterno di ferro liquido del pianeta che ruota attorno al suo nucleo interno solido. Gli scienziati ne determinano informazioni e indizi principalmente dallo studio dei sedimenti oceanici e dai flussi delle lave vulcaniche, ricche di ferro, che si solidificano nella direzione del campo magnetico. L’analisi stratigrafica dei flussi delle lave planetarie e delle direzioni delle solidificazioni laviche, considerando i vulcani planetari e la loro posizione geografica, permette così la localizzazione del polo magnetico terrestre. Su queste basi, principalmente in relazione agli studi della roccia lavica, gli scienziati hanno determinato che la più recente inversione del campo magnetico, conosciuta con il nome di Inversione Matuyama – Brunhes, dai cognomi dei due scienziati che l’hanno scoperta, è avvenuta tra 600.000 ed 800.000 anni fa, e che la parte principale di questo evento è durata 4.000 anni ed è stata preceduta da 18.000 anni di instabilità e da temporanee inversioni parziali, dette Escursioni. Quanto all’oggi, il Polo Magnetico Settentrionale sta migrando verso Occidente e sta raggiungendo le regioni siberiane. Riguardo alla rilevanza anche pratica di questo tema, si noti che l’autunno passato è stato necessario aggiornare i calcoli dei sistemi di navigazione GPS per adeguarli allo spostamento in atto.
Chi mastichi cultura tradizionale cinese, specie taoista, può ben comprendere come quello che la scienza chiama Inversione dei Poli magnetici terrestri rappresenti in realtà il momento estremo dell’opposizione polare, Zenit Nadir, dell’orbita percorsa nelle centinaia di migliaia di anni, dal nucleo magnetico terrestre. Si tratta di un’orbita, e questa è affermazione certa, dato che su questo pianeta e intorno ad esso non esistono altro che percorsi orbitari. È la circolarità stessa dell’esistenza che traduce ogni percorso in un’orbita, e quando così non risulti, questo dipende esclusivamente dalla parzialità dell’osservazione.
In termini di energetica taoista viene dunque naturale avvicinare questa profonda orbita planetaria del nucleo magnetico terrestre all’orbita embrionaria corporea composta dall’anello energetico mediano formato da Renmai e Dumai, i due vasi embrionari organici matrici reciprocamente di tutto lo yin e di tutto lo yang corporei. La tradizione cinese ad ogni passo avvicina per analogia questa orbita Renmai Dumai, che scorre ad anello lungo la linea mediana del tronco e della testa ed è percorsa dal soffio vitale organico, Qi, all’orbita percorsa dalla luna intorno alla terra. Nella pratica meditativa taoista lungo questo percorso energetico Renmai – Dumai si realizza così una metodica psicocorporea fondamentale, detta Piccola Orbita Celeste, Xiao Zhou Tian, 小周天, pratica esperienziale che si attua specie secondo i modi e i ritmi respiratori e che da talune voci tradizionali è considerata il primo livello della pratica meditativa del Qigong, quell’Allenamento della vitalità che rappresenta la metodica esperienziale cinese della prevenzione e della cura. Venendo ora all’orbita planetaria del nucleo magnetico terrestre che abbiamo or ora introdotto, e che come detto si realizza in centinaia di migliaia di anni, anche questa risulta con evidenza analogicamente associabile nell’organismo all’orbita Renmai Dumai, in questo caso ci permettiamo un neologismo cinese, Piccola Orbita Terrestre, Xiao Zhou Di, 小周地.
La geologia attuale ci propone quindi studi che ci permettono una proposta in termini taoisti, tale che le Piccole Orbite energetiche organiche risultano ora due, una celeste, la tradizionale, e una terrestre, la neoconiata Piccola Orbita Terrestre, Xiao Zhou Di, 小周地, tutta da individuare. Appieno conviene qui il termine di cultura integrata.
Concludo con una questione che mi si è posta per svariate decine di anni. Il termine tradizionale di Piccola Orbita Celeste, Xiao Zhou Tian, 小周天, precisando che si tratti di Orbita Celeste, già di per sé infatti implicitamente specifica e determina che di questa orbita celeste esista il corrispondente terrestre, quella Piccola Orbita Terrestre, Xiao Zhou Di, 小周地, che oggi sono a proporre ma di cui non conosco alcuna nota tradizionale. Solo oggi, tramite queste note geologiche circa l’Inversione dei Poli Magnetici Terresti, mi pare di potere avviare ricerche e indagini per una risposta anche in termini tradizionali cinesi.

Carlo Moiraghi

 

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